AMORE HA CENT’OCCHI


Salvatore Farina

AMORE

HA CENT’OCCHI

MILANO
A. BRIGOLA & C., EDITORI
Via Manzoni, 5


PROPRIETÀ LETTERARIA

Milano, 1883. — Tip. Pagnoni


[5]

Agli amici della mia isola natale, in contod’un gran debito d’affetto e di gratitudine,questo libro, che ama e piange.

Milano, settembre 1882.


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AMORE HA CENT’OCCHI

PARTE PRIMA.

I.

Il povero Ambrogio era propriamente sullespine. Da un’ora, quel signor Cilecca delladisgrazia andava in giro per le stanze conuno stuzzicadenti in bocca, la faccia contratta smorfiosamenteper trattenere l’occhialetto sopra uno deisuoi occhioni da coniglio, e senza il menomo riguardoal conte Cosimo.

Anzi, pareva farlo a posta; sempre che doveva attraversareil salotto, dove il padrone di casa se nestava seduto colla fronte nascosta nelle palme dellemani ed i gomiti appuntati a un tavolino, invece dirizzarsi sulla punta dei piedi, muoversi come un’ombrae dileguare, secondo consigliava Ambrogio colloesempio, quel signor Cilecca della disgrazia batteva i[8]tacchi sul pavimento sonoro, o si piantava in osservazionedinanzi ad uno specchio, o faceva a voce altauna domanda a cui Ambrogio aveva già risposto.

— Di Francia, non è vero? chiedeva, picchiandocolla nocca dell’indice sullo specchio.

Ambrogio faceva di sì col capo e si avviava versol’uscio, sperando che l’altro si risolvesse a seguirlonella stanza attigua.

— Non ha sofferto nulla, soggiunse il signor Cileccadopo di avere esaminato lo specchio da tutti i lati epicchiatolo forte in più luoghi; l’avevano collocato inbuona luce, e si è conservato bene; — la giustizia primadi tutto, — però la cornice è barocca, non è piùdi moda; ora usa il semplice... Sono vere porcellanedi Sassonia, queste?

Ambrogio si rassegnò a staccarsi dagli stipiti dell’uscioper farsi vicino al suo interlocutore, proponendosidi richiamarlo alla osservanza dei riguardi dovuti allasventura con una sua occhiata fulminea, o magari conun pugno nelle costole. Ma il signor Cilecca non videl’occhiata, e non ricevendo il pugno che doveva avvalorarla,ripetè:

— Sono vere porcellane di Sassonia, queste?

— Verissime, hanno la marca di fabbrica, risposeAmbrogio guardando il conte Cosimo, che pareva impietrito.

— Vero... vero... ecco le spade incrociate, insistèl’altro..., ma, che vuole? in Francia e altrove si fannodelle imitazioni che costano la metà, anche colle spade....un fabbricante intelligente non si arresta percosì poco...

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Non ricevendo risposta, tacque, ripose sulla mensolail vaso prezioso; lasciò cadere l’occhialetto e lo incastonò,superando mille difficoltà, sull’occhio destro,che gli serviva a quest’uffizio; socchiuse un tantinol’altr’occhio; incaricato di vederci per due, e disse forte,come se gli venisse repentinamente un’idea da stordito:

— Facciamo negozio, signor Cosimo?

— Facciamolo, benedett’uomo, facciamolo, si affrettòa dire Am

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